I Gioielli di Marene

Lo scopo del programma

Le abitudini e i valori sono cambiati. I confini del conosciuto si sono ampliati a dismisura. Fino al 1492 non si sapeva cosa ci fosse dopo l’Atlantico. Nel 1969 l’uomo per la prima volta camminava sulla Luna. Oggi possiamo vedere con il nostro smartphone come è fatto Marte.

Con il passare del tempo anche la fede è mutata profondamente. In passato era una dei pilastri su cui si fondavano le Comunità.

Provate a contare quante chiese, cappelle e piloni sono presenti nel nostro Comune, tantissime.

Ovviamente bisogna inserirle nel loro contesto originario. Fino a cinquanta anni fa, nelle grandi cascine abitavano più di 50 persone. Quindi la moltitudine è giustificata.

Ora le campagne si sono svuotate. Questi luoghi utilizzati solo più raramente, di norma per festeggiare il patrono.

Quindi bisogna vederli con un’ottica differente. Non si può pensare di ritornare a celebrare le messe ogni domenica. Non si può immaginare di trasformare questi luoghi in attrazioni come i musei di Torino, visitati da più di 5 milioni di persone ogni anno.

Però si può tentare di farli rivivere. Magari con un calendario di funzioni itineranti durante l’estate, con visite guidate e con attività in collaborazione con le scuole.

Il primo passo è interessarsi di questi beni, dando ognuno il proprio contributo, non per forza economico.

È questo lo scopo del programma Gioielli di Marene: unire le forze per salvare le chiese, confraternite, cappelle e piloni, condividendo competenze e conoscenze.

Questo è un passo per dare un posto, piccolo, alle nostre tradizioni nel mondo ultra connesso di oggi.

Cosa è stato fatto

Gioielli di Marene è nato nella primavera del 2016, dai volontari della Biblioteca marenese. Insieme al fotografo Marco Dal Dosso i più giovani del gruppo sono entrati in tutte le chiese e fotografate centimetro per centimetro.

Da qui è iniziato un percorso che ha visto il coinvolgimento dei soci dell’Associazione “Muovi le mani per Marene”, del Museo Civico di Savigliano e di quelle personalità da sempre impegnate nel mantenimento di questi beni.

Attualmente si è impegnati a completare il restauro di alcuni arredi della Confraternita della Santa Croce: quattro tele e l’antico coro di tardo seicento. Nel 2018 ci sono ottenuti i permessi e i finanziamenti per il restauro dei quadri, che partirà nella primavera.

In più, i volontari assistono gratuitamente i frazionisti e gli studi tecnici nella redazione delle pratiche da inviare in Diocesi e in Soprintendenza per effettuare interventi sugli edifici. Né è un esempio la ripassatura dei tetti della Cappella sita in località San Bernardo. Con buona probabilità in primavera partiranno i lavori.

Anche la valorizzazione del patrimonio ricopre un ruolo importante. Per la prima volta si è aperta a tutti i marenesi la torre campanaria della Parrocchiale, ammirando il Monviso nella sua magnificenza, e si data di nuovo aria all’organo ottocentesco che sovrasta l’aula progettata da Francesco Gallo.

Ovviamente non bisogna basarci solo sulle nostre forze. Nell’era di internet è obbligatorio collaborare e guardare oltre i confini comunali.

Infatti, abbiamo aderito a “Città e Cattedrali”, rete di oltre 500 luoghi di storia e di arte sacra aperti e fruibili in Piemonte e Valle d’Aosta, inserendo sul loro portale la Chiesa Parrocchiale e i capolavori custoditi nella Confraternita della Santa Croce.

Per allargare i nostri conifini si è avviata la collaborazione con l’IIS “Arimondi-Eula” di Savigliano (Liceo e Geometri) nella schedatura dei beni mobili e degli immobili. Utilizzando lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro, ogni anno un gruppo degli studenti è impegnata nella schedatura degli arredi e nel rilievo degli edifici. Ad oggi esistono gli elenchi dei i beni contenuti nella Chiesa dei Bianchi, Cappelle di S. Anna, S. Bernardo, Mondini e il rilievo della Chiesa dei Battuti Neri. Questo progetto porta benefici sia alla Parrocchia, facendo risparmiare migliaia di euro, sia per gli studenti perché hanno la possibilità di inserirsi nella Comunità.